Cresciuto, a cavallo della Seconda Guerra, in una famiglia
di estrazione proletaria ma di saldissimi principi cattolici ed antifascisti ed
educato secondo la migliore dottrina cristiano sociale, fu spedito in seminario
dal padre (nostro nonno Enrico, vedi sezione "scritti"). Il collegio gesuita salva
Virgilio dalle brutture della guerra e della dittatura ma non riesce a
contenere tutto il suo carico di umana vitalità e difatti non appena possibile
evita i voti e comincia a sgobbare.
Farà lavori anche duri. Lavorerà sempre: anche frequentando
l’Università e laureandosi in Lettere e Filosofia, anche durante tutta la sua
carriera di insegnante di Lettere Storia
e Geografia, anche crescendo i suoi cinque figli. Lavorerà fino a quando,
proprio ormai alla fine, la sua tremenda malattia non l’avrà fermato.
Virgilio quando insegnava, almeno così diceva, si riposava;
e si divertiva (era fatto per quello!), ma fu anche trasportatore, operaio,
fattorino, imbianchino ed altro ancora. Uno degli insegnamenti più grandi che
ci ha lasciato riguarda proprio la dignità del lavoro. Diceva spesso
“Bisogna aveg vergogna de andà a rubà,
minga de laurà!” (Occorre vergognarsi di andare a rubare, non di lavorare!). Al
di là di questo papà ci ha lasciato la più viva e sincera fede nel valore della
solidarietà e nella Divina Provvidenza (quante volte l’abbiamo sentito dire
“quel che butti dalla finestra, ti ritorna moltiplicato per dieci volte dal
portone”!), l’attaccamento al territorio ed alla sua storia, una disincantata
gioia di vivere (amava scherzare con tutti ed essere garbatamente ironico, ma
sapeva perfettamente quando era il momento di fare sul serio), la considerazione
per ogni essere umano, soprattutto per chi tende una mano (fu insignito della medaglia d'argento AVIS), il facile
orientamento ai rapporti umani, la propensione ad “abbattere i muri” fra le
persone e la concezione di famiglia inclusiva.
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Saggio di musica - Scuole Medie di Cesano Boscone |
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Con allieve di Cesano Boscone in visita a casa nostra a Baggio. |
A questo riguardo, ci piace ricordare quanti allievi sono passati
per le mura di casa nostra in Via Cabella: dalle Scuole Medie Statali di Arluno
e di Cesano Boscone, dall’Istituto Marchiondi di via Noale, dalla Media Statale
“C.Correnti” del Quartier degli Olmi , dalla Civica Scuola Serale “Anselmo da
Baggio” ed altre ancora. Per tutti (per noi, per loro) erano bei momenti di
incontro, di ilarità e, se mamma Ambrogina era stata avvertita per tempo, di
condivisione di buoni dolci o altri manicaretti. Virgilio portava in gita i
suoi studenti non solo (e non tanto) ad interessanti mete turistiche, ma se la
situazione in classe richiedeva uno stacco, portava l’intera scolaresca per le
vie e le piazze di Baggio, raccontando mille aneddoti dei tempi che furono; una
sorta di “scuola di strada” svolta forse per infondere nei ragazzi la passione
per la storia.
1976: Con la 2^ G del Q.re Olmi in visita al Monastero degli Olivetani
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