venerdì 3 novembre 2017

Anche Umberta lo ricorda ancora

Ho avuto la grandissima fortuna di conoscere il "Virgi" negli anni '70. Sono stata la compagna di scuola di uno dei suoi figli, Carlo. I ricordi legati alla sua figura sono innumerevoli e tutti dolcissimi. Lui era un padre per tutti noi, la sua casa era sempre aperta e noi ragazzi sempre i benvenuti. Al suo funerale eravamo cosi in tanti a salutarlo che quasi non ci stavamo tutti dentro la chiesa. Ciao Virgi e guardaci sempre perché di padri come te c'è sempre bisogno.

Umberta

giovedì 28 luglio 2016

Il ricordo di Tina

Un pensiero per il Prof. Chiesa

Quando mi sono iscritta alla scuola serale non sapevo dove volevo arrivare, sapevo solo che quello era il punto di partenza.

Il primo insegnante che ho incontrato è stato il Prof. Chiesa , silenziosamente mi sono messa in ascolto: che belle le lezioni, mi mettevo sempre a primi banchi  1° Perché non volevo perdere neanche una parola  2° perché mi sentivo “guardata”,  piano piano mi accorgevo che anche per gli altri era così.

Con il suo aiuto abbiamo formato un bel gruppo si era creata solidarietà tra di noi e aiuto reciproco nello studio.

Eravamo tutti giovani lavoratori con tanta voglia di prenderci quel pezzo di carta che ci avrebbe dato la possibilità di sperare in un posto migliore,  non sapevamo  che in realtà avremmo ottenuto molto ma molto di più.
Appunti autografi di studio di papà.
Nelle lezioni riusciva a catturare la nostra attenzione, ci invitava ad impegnare bene il tempo a far fruttare i nostri talenti a credere nel valore della gratuità e a fidarci della Provvidenza, non solo con le parole ma con i FATTI.

Mi ricordo una frase che mi aveva colpito: “Ragazzi sò che siete  stanchi dopo una giornata di lavoro ma se siete qui fino alle 10,30 e poi tornate a casa a rivedere gli appunti , e se domani vi alzate e sentite le ossa rotte: va bene così! Siete sulla strada giusta”
facendoci capire l’importanza del sacrificio.

Esercitava la sua autorevolezza non nella cattedra ma dallo stare vicino a noi, più Padre che Professore,  nel periodo degli esami ci aiutava la domenica mattina organizzando incontri in Oratorio nelle Chiesa Nuova o nella sua bella casa.

Con una frase che ripeteva spesso “sarete premiati per la vostra volontà”, ci infondeva coraggio nei momenti più difficili.

Non ho fatto in tempo a comunicare l’esito della maturità e a ringraziarlo
Poca cosa per lui perché al raccolto preferiva la semina.


Quando poi dopo diversi anni dopo aver tentato alcuni concorsi pubblici è arrivata la comunicazione dell’assunzione, il Prof. Si è premurato di anticiparmelo in sogno col suo bel sorriso.

Grazie carissimo Prof.
Un bacio


Tina

domenica 9 novembre 2014

19/11/1984 – 19/11/2014

A trent’anni della scomparsa, insieme ricorderemo Virgilio durante la Santa Messa delle h. 18 di domenica 16/11/2014 alla Parrocchia di S.Anselmo da Baggio, via Manaresi Milano.

sabato 21 giugno 2014

Il ricordo di Tiziana




Buongiorno,
sono venuta a conoscenza di questo bellissimo blog soltanto ora e poichè conservo ancora oggi un ricordo molto vivido ed affettuoso del MIO Prof. CHIESA, desidero senza alcun indugio condividere con i figli la gioia del ricordo di questo grande uomo, professionista e, non avevo dubbi, padre.
Il Prof. Virgilio Chiesa è stato il mio insegnante di Italiano, Storia e Geografia in prima e seconda media (a.s. 74/75 e 75/76); in terza media purtroppo lui fu costretto ad allontanarsi per la malattia. Conservo, molto gelosamente ancora oggi, una sua lettera di quel periodo che, malgrado il suo stato di salute, ha usato per darmi forza, invitarmi ad essere matura ed impegnarmi nel mio dovere, consolandomi nel contempo per la sua lontananza: ..... quanta generosità in tutto questo.


Sono stata una delle fortunate allieve in "gita" per le strade, le cascine ed i monumenti di Baggio vecchia, anche in questo caso conservo ancora il ricordo degli aneddoti riguardo alla Chiesa di S. Apollinare, agli Olmi che hanno dato il nome all'omonimo Quartiere, all'Organo della Chiesa Vecchia ecc... A proposito, la foto presente in questo blog nella sezione Cenni Biografici "Classe del Q.re Olmi in visita al Monastero degli Olivetani" posso dire che è stata scattata nel 1976 e la calsse è la 2^ G di allora (era la mia classe; quei ragazzi eravamo noi, io non compaio ma riconosco le mie compagne). Per me è una bella emozione ricordare.
Con affetto 
                                                                                                                                                    Tiziana


venerdì 11 aprile 2014

Scuola Media Statale Cesare Correnti, Quartiere Olmi: Baggesi in trasferta.


Terza G - 1981
Frequentare le scuole medie nella stessa scuola (giustamente non nella stessa sezione) dove insegna il proprio padre potrebbe sembrare a qualcuno un privilegio, soprattutto nell’Italia di oggi dove chi non approfitta di qualsiasi posizione di vantaggio appare come uno scemo nato. Ma parliamo di altri tempi e, soprattutto, di altri padri. Se proprio vogliamo trovare dei vantaggi, ecco il passaggio all’andata (o al ritorno) da o per la scuola, sempre che la prima o l’ultima ora di entrambi coincidevano, sulla scassatissima Seicento di papà; ma se gli orari non combaciavano non restava che attendere la 63 (o forse si chiamava ancora Q?) Quanto alla prossimità dei propri insegnanti con il loro collega (tuo padre) non poteva che essere origine di una strettissima vigilanza sul proprio rendimento e sulla propria condotta.
Gita con classe degli Olmi
Devo dire in tutta onestà che il livello di allerta da parte mia fu sempre così alto da non rendere quasi mai necessario quel “canale di comunicazione” eccetto forse in un caso in cui fui pizzicato impreparato ad una interrogazione a sorteggio di Storia. Ebbene sì, il povero papà, insegnate di Lettere Storia e Geografia, aveva un figlio completamente refrattario ad una delle sue materie. Mi ci vollero un’altra ventina di anni prima di capire la bellezza e l’importanza della Storia, grazie anche al cambio da una prospettiva puramente mnemonica su luoghi e date di personaggi , tipica delle scuole primarie, ad una orientata alla comprensione del mutamento del destino di interi popoli fatti da persone in carne ed ossa con i loro problemi quotidiani.
Sappiamo solo che questa foto è del 1983
Ad ogni modo, dei tre anni passati alla scuola di Via delle Betulle 17 tra il ’71 ed il ’74 non ricordo un granché, non abbiatemene!, sono passati più di quarant’anni!. Certamente ho ancora ben presente l’amabile pacatezza e la serietà del Preside, Don Ferdinando Magoni, per non parlare del suo candore cristiano: fuori dalla porta del suo appartamento all’interno dell’Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone aveva affisso un cartello con scritto “LADRO NON ENTRARE”… Ricordo anche la professionalità unità alla sincera umanità della responsabile della Segreteria, sig.ra Battistina Poli, coadiuvata da un certo sig. Moscatiello, un tale barbuto. C’era anche un bidello del sud con i baffi, di cui non ricordo il nome, che all’intervallo vendeva panini imbottiti di salame e sott’oli pugliesi, sapori forti ed ancora quasi inediti per noi nordici di allora.
Prima G - 1984
Beh, certo, mi ricordo ancora un po’ di ex compagni di classe: Marco Roveroni, Mario Giò (oggi apprezzato Chirurgo Oculista), Giancarlo Corbella, Luciano Monti (e chissà quanti al momento mi sfuggono). Anche la mamma di Mario insegnava alla Cesare Correnti e, ricambiandoci il favore, raddoppiavano le probabilità di un passaggio in auto fino a casa. Tra gli insegnanti le professoresse Padrosa (inglese), Bindi (matematica)

Il mio rapporto con papà durante tutta la mia fanciullezza fu davvero speciale: a lui devo tanto di quello che ancora oggi sono. Nell’ambito scolastico di quei tre anni, però, ci fu tra noi una sorta di patto non scritto per il quale dovetti “nuotare con le mie braccia” e questo probabilmente è il motivo per cui non ho aneddoti scolastici che lo riguardano da raccontare.
Io e il mio papà (con sorella e zio Marco)

domenica 9 marzo 2014

Civica scuola serale Anselmo da Baggio - anno scolastico 1982/83: il ricordo di una allieva “particolare”

Studenti lavoratori civica scuola serale A.da Baggio primi anni '80
Tornare nella scuola dove avevo frequentato le elementari è stata un'esperienza surreale.
Percorrevo i corridoi con l'animo sospeso di curiosità e di timore di incorrere nel "Mostro sacro" che aveva tenuto generazioni di bimbi di Baggio in reverenziale silenzio!
Mi sono data della sciocca perché la mitica Direttrice Piera Zanisi (zia Pierina!) era in pensione da anni!
Poi, dal fondo del corridoio, ho scorto papà Virgilio che veniva verso di me, attorniato da un gruppo di ragazzi coi quali conversava con amabilità. Ho provato un moto di gelosia: ehi, quello era mio padre!
Mi sono avvicinata ed abbiamo raggiunto gli altri compagni in classe. 
Studenti lavoratori civica scuola serale A.da Baggio anni '70 (Prima A)

Ero commossa nel vedere papà in cattedra ma, solo in parte, avevo intuito cosa avrebbe significato quel viaggio assieme.
Papà precisò ai miei compagni che il fatto di avere la figlia come alunna non lo avrebbe distratto dal solito rigore ed iniziò a spiegare che il sacrificio di trascorrere tutte le sere sui libri si sarebbe trasformato in gioia di conoscere soprattutto e, marginalmente, in consolidamento della posizione lavorativa!
Papà riusciva a far amare le sue materie perché metteva tutta l'anima nel semplificare e rendere vivaci le nozioni: l'Inferno di Dante, la letteratura, la storia...il tempo con lui volava e non serviva il caffè per tenersi svegli.
Nonostante la stanchezza che gli provocava la sua patologia e che insegnasse anche al mattino ai ragazzi delle medie, le sue lezioni erano preparate con cura e , quando ci rendeva un elaborato corretto, coglieva l'occasione per una frase di incoraggiamento. 
Era stato studente lavoratore anche lui e comprendeva la nostra fatica.
Studenti lavoratori civica scuola serale A.da Baggio anni '70 (SecondaA)
Durante le lezioni desiderava si stesse attenti e composti, non perdonava che si ruminassero gomme o altro..... ma io conoscevo un suo punto debole! 
Una sera mi sono fatta scoprire che masticavo vistosamente. Pronto il rimprovero: "Devo mandare dal Preside proprio te?" Con aria ingenua replicai: "Papa, non potevo resistere, sto mangiando una castagna secca!"
Immediata la reazione: "E a me non la offri, stronzetta?"
Il suo unico punto debole: le castagne secche!
Conservo di quel periodo tante gioie ma anche tanto dolore celato: i medici ci avevano già informato della sua terribile condanna. Riuscii a dare la maturità mentre papà era ricoverato all'ospedale di Niguarda. Quando gli comunicai l'esito si lasciò scappare: "Potevi fare di meglio!"
Non ho mai ritirato il diploma ma ho voluto restasse un umile tributo d'amore per un insegnante capace di trasmettere curiosità e desiderio di capire!
Studenti lavoratori civica scuola serale A.da Baggio anni '70 (Terza A)